L’area archeologica del Vicus Caprarius è stata portata alla luce nel corso degli scavi effettuati per la ristrutturazione e la riapertura al pubblico della Sala Trevi, uno dei cinema più conosciuti della città.
Le strutture rinvenute sono riferibili ad un caseggiato articolato in un complesso di edifici contigui ma indipendenti, databili in età neroniana e quindi testimonianza di quella “nova urbs “voluta da Nerone dopo l’incendio che nel 64 devastò la città. Dopo due importanti fasi di ristrutturazione, alla metà del IV secolo, uno di questi edifici fu trasformato in una lussuosa residenza signorile, come testimoniano i preziosi marmi policromi. La presenza costante dell’acqua (da qui l’affascinante nome di Città dell’Acqua) è l’elemento che caratterizza maggiormente quest’area archeologica: l’Acquedotto Vergine, di cui l’attigua Fontana di Trevi è la monumentale mostra barocca, infatti, si presenta nel sottosuolo con la grande cisterna di distribuzione rimessa in luce dagli scavi, e l’acqua, sgorgando dalle sue antiche condutture, filtra tuttora ininterrottamente tra le mura millenarie.
Visita a cura della dott.ssa Monica Meccoli
Appuntamento ore 17 a piazza della Pilotta, davanti all’Università Gregoriana.
Visita € 6, ingresso € 4. Prenotazione obbligatoria : 3286713013, arteinopera@yahoo.it